Tour des Combins
Ci sono diverse scuole di pensiero in merito alla traccia del Tour Des Combins da affrontare in bici; questa ha la particolarità di raggiungere i 3347 metri s.l.m. del Mont Avril e di risalire al passo del Gran San Bernardo dall'inedito Col des Chevaux per farvi provare la stessa sensazione di Napoleone Bonaparte (ritratto dal Jacques-Louis David nel celeberrimo dipinto "Bonaparte valica le Alpi") che svalico' con l'armata che condusse a vincere la seconda campagna d'Italia. Vi sentirete parimenti vittoriosi in sella ai vostri destrieri d'acciaio (o alluminio, o titanio, che dir si voglia). Col carbonio un po' meno vittoriosi, più fibrosi direi.
Tappa 1: Champillon - Cabane de Chanrion
Lasciamo l'auto all'area picnic di Doues, località Champillon, a quota 2060 metri, e iniziamo a pedalare sul pianeggiante Ru de By per circa 8 km, con vista sul Gran Combin, il Gran Gelè, e la nostra vetta, il Mont Avril. Uno stretto passaggio tra le rocce ci obbligherà a smontare la ruota anteriore delle bici, ma l'importante é avere la brugola del perno! E soprattutto, non fate cadere nulla nella griglia che vi separa dal ru, pena terminare gli altri 110km con un legnetto al posto del perno ruota. Non fatelo e basta.
Una breve discesa ci porta nella Conca di By dove prendiamo la comoda forestale che risale verso la Fenêtre de Durand, ma pedalaremo tutto sommato per poco; passato infatti l'alpeggio di Thoules, il sentiero inizia ad inerpicarsi e ci aspetteranno 400 metri a spinta o con bici a spalla fino ai 2800 metri della finestra, resi piacevoli dal passaggio nei pressi di vari laghetti alimentati dal disgelo della neve.
Un cippo di confine vi informerà di essere in Svizzera (forse vi informerà prima TIM/Vodafone col solito messaggio sul telefonino, occhio ai dati mobili). Se troverete vento, alla Fenêtre de Durand, non spaventatevi, é normale, e il tempo qui cambia molto velocemente. La salita all'Avril non lascia spazio a mezze misure, su la bici in spalla, giù la barretta per il gargarozzo, ci aspettano 500 metri di spallata per raggiungere un incedibile balcone sul Glacier du Mont Durand. Niente croce di vetta, solo 2 croci scolpite nella dura pietra, e dipinte di rosso, vi indicheranno il confine. Potrete ora vantarvi con gli amici al bar di aver raggiunto 3347 metri in Italia e subito dopo in Svizzera, o viceversa.
Guardate il Combin. Ora voltatevi di 90 gradi a destra. Ecco, quello piccolino là in fondo, con pannelli a specchio che riflettono il sole quasi volesse accecarvi, é la Cabane a cui puntiamo di arrivare entro sera. Entro le 18.30 per la precisione, la cena (le souper) é inflessibilmente servito a quell'ora, siamo in Svizzera!
Modalità discesa: fino alla Fenêtre vi sembrerà di essere tornati indietro di 6 mesi, praticamente é come scendere sulla neve con gli sci. Divertimento alla follia! Planati nuovamente sul cippo di confine (magari non proprio sopra, e' lì da 90 anni) ora non resta che scendere nel versante svizzero, su un singletrack scorrevole ma divertente che ci porta velocemente a quota 2200, dove intercettiamo la forestale che risale per circa 250 metri fino alla Cabane de Chanrion (che scatole, un giro che finisce in salita, speriamo non diventi un'abitudine. NB: La Cabane de Chanrion, nonostante abbia un ampio dormitorio, é gettonatissima e dovrete prenotare sul sito del Club Alpin Suisse mesi prima per trovare posto, altrimenti.. portatevi la tenda.
Tappa 2: Cabane de Chanrion - Bourg-Saint-Pierre
Questa é la tappa più pedalata del giro, ma aspettate a cantar vittoria! Lasciato il rifugio (si offriranno di farvi la colazione della 4 di mattina in avanti, valutate voi quanto volete farvi del male) si risale brevemente la sterrata per ritrovarci in breve a spingere e tirare catene sul sentiero che ci porta al Col de Tsofeiret. Qui, sempre che non abbiate esagerato col salame ai semi di finocchio del rifugio, potrete iniziare a scorgere stambecchi e marmotte varie. Diversamente, presentarsi al colle a suon di rutti vi aiuterà solo ad allontanare ogni genere di fauna locale, comprese le turiste austriache conosciute la sera prima in rifugio.
Un bel sentiero idilliaco ma disseminato di sassi che potrebbero costringervi a pensionare anticipatamente il deragliatore della bici, ci conduce in vista del Lac de Mauvoisin, uno dei più grossi invasi della Svizzera. Se volete fare i fighi la sera prima con le austriache, "diga" si dice "barrage", e fa rima con "marriage" perche' sì, a casa vi aspetta vostra moglie con le carte del divorzio pronte!
Costeggiamo per qualche km il lago attraversando alcune gallerie (non serve la luce, ad ogni modo, quelle lunghe sono illuminate) e passando sotto diversi scrosci d'acqua (state a destra) fino ad arrivare alla "diga" di poc'anzi. Alcuni tagli, alcuni falsopiani (molto falsi), ci conducono in breve (insomma, da quando siamo partiti dal rifugio sono già passate quasi 4 ore) al paesino di Fionnay, dove troverete una fontana per riempire le borracce. Momento pedalato del giro: inizialmente su asfalto e poi su agevole sterrato, con qualche saliscendi nel bosco, arriviamo all'Alpage de Mille, poco sotto il Col de Mille, dove sorge la Cabane de Mille. Dall'Alpage al colle si puo' benissimo spingere, qualche tratto vi convincerà quasi di riuscire a farcela in sella, ma comunque nulla di trascendentale. Al rifugio ci aspettano torta e coca, vista commovente sul massiccio del Monte Bianco e dei Combins, e briefing per la discesa.
In luogo della sterratona inserita in altri itinerari, decidiamo di provare il sentiero dell'Alpage Druges, molto scorrevole, che velocemente ci riporta a valle. Anche oggi finisce in salita, dovendo guadagnare ancora quei 150 metri di dislivello che ci separano dal posto tappa, ma per fortuna qualche variante improvvisata ci evita di fare la trafficata lingua d'asfalto.
Tappa 3: Bourg-Saint-Pierre - Champillon
La tappa trionfale! Partiti da Bourg evitiamo l'asfalto come la peste imboccando la vecchia strada del Colle del Gran San Bernardo, arrivando di fronte alla diga del Lac de Toules. Su sterrato raggiungiamo il livello più alto della diga per poi iniziare un singletrack carino che costeggia tutto il lago con qualche su e giù. Finito il lago, finisce per un po' la parte pedalata, ma per salire al Col des Chevaux ci aspetta un vallone idilliaco che ci fara' dimenticare tutte le sofferenze. Solo noi e le aquile a caccia di marmotte.
Il torrente che attraverseremo diverse volte ci permetterà di tenerci freschi e lucidi visti i 700 metri di spallata che ci attendono, senza sconti di pena. Il sentiero in alcuni punti é franato, ma si riconosce bene la matrice di tipo militare, con pendenze mai eccessive e tornanti agevoli. Ecco che arrivati in cima ci si apre una vista strepitosa sul Monte Bianco da un lato, sui Combin e sul Monte Velan dall'altro. Momento panino, nel punto esatto dove Bonaparte fece lo stesso 200 e passa anni prima, perche' chi non mangia il panino in compagnia non é figlio di Maria.
Fatte le foto di rito, inizia la discesa (o la salita al monte poco più alto, a fianco del colle, per fare foto e video poseristici).
Discesa a tratti scorrevole, a tratti veramente incavolata e tecnica, vi terrà col fiato sospeso (e viste da urlo sui 4000 circostanti) fino ad atterrare a Riccione, ehm sì insomma, al Colle del Gran San Bernardo. Una bolgia infernale di persone giunte da ogni dove in auto e moto scoppiettanti vi faranno venire la pelle d'oca e l'istinto di scappare al più presto da tale inferno. Ma vincerà la voglia di prendere una coca cola, quella ve la concedo. C'é anche, sul lato italiano del lago, una freschissima fontana dove riempire le borracce. Rientrati nel bel paese, ricominciano le indicazioni TDC (Tour des Combins) che seguiremo quasi alla lettera (seguite la traccia se non volete spararvi dozzimigliaia di metri di dislivello in più per tornare all'auto).
Dopo una breve discesa inizierà un lunghissimo tratto di depressurizzazione lungo un singletrack in piano in mezzacosta, che ci farà solo sentire il profumo del prosciutto affumicato di Saint Rhemy-en-Bosses, raggiungerlo sarà più semplice al supermercato ad Aosta che qui. Diversi sali e scendi ci portano al jolly di giornata, una spallata feroce di un centinaio di metri di dislivello nel bosco, molto ripida, per evitare di scendere troppo e conservare energia potenziale.
Alla fine della fiera, dopo svariati km di su e giù per ru, il momento trionfale lungo (e non poteva essere diversamente vista l'impronta Napoleonica della giornata) l'Ippovia dei Ru. 300 metri di salita tutta pedalabile ci riportano finalmente all'auto, e con questo sono 3 giorni su 3 che finiscono in salita! Ma che spettacolo arrivare all'auto e rivedere il Combin illuminato di rosa dai raggi taglienti del tramonto, momento romantico e bagno nella fontana dell'area picnic non possono che lasciarci soddisfatti di questa grande avventura!
Scala difficoltà sentieri MTB