Chiaia S. Vittore S. Pietro i. Mignano Montelungo

Arrivando a Cervaro alla piazza Casaburi, ci si inerpica fino ad arrivare al Santuario dedicato alla Madonna dei Piternis. Al curvone si prende a destra, in direzione Acquacandida, superata la fontana alla prima strada a sinistra si sale fino a raggiungere un incrocio a T. Si svolta a destra, dove poco dopo comincia lo sterrato. Oltrepassata una sbarra, si percorre la divertente discesa della Chiaia, che si snoda tra oliveti, non particolarmente tecnica ma insidiosa per i ruscellamenti e tratti di ghiaia smossa.

Alla ripresa della strada asfaltata, nei pressi di San Vittore di percorre la strada che raggiunge lo stadio di San Pietro Infine. Si tratta di una carrareccia con dossi creati dall'impianto di fognatura (c'era anche un tombino aperto). Dopo una breve sosta al memoriale di San Pietro Infine, paese duramente bombardato nella II Guerra Mondiale, si percorre la vecchia strada che lo collegava al paese di Ceppagna (IS). Si gira a destra e dopo un'altra discesa, si percorre un'altra carrareccia, la quale costeggia il fianco di Monte Rorondo. Si tratta di un altro luogo teatro di aspri combattimenti, a cui hanno partecipato anche il ricostituito Esercito Italiano.

A testimonianza dei fatti sul sentiero vi sono alcuni pannelli informativi. Giunti a Mignano Montelungo, si percorre la Casilina in direzione Cassino. Giunti al Sacrario, dopo una sosta, si prende la stradina che sale alla Madonna del Sacrario. Per la discesa è stata presa una divertente carrareccia che passa per la pineta del monte, vi sono due "varchi" in quanto la strada passa per un pascolo. Si continua a scendere vicino alla condotta dell'acqua e giunti all'incrocio con la Casilina, si attraversa e si percorre la stradda che costeggia la ferrovia. Giunti al bivio di San Pietro Infine, si attraversa nuovamente, la Casilina e passando sotto il ponte ferroviario, si percorre un'altra strada che porta in località Granarelli di San Vittore, da dove si giunge a Porchio.

Il giro non si presenta particolarmente difficile nè tecnico, a parte prestare la dovuta attenzione alla discesa della Chiaia; si percorrono strade asfaltate e "bianche", che consentono di avere buone andature. Il valore aggiunto, secondo me, è dato dal fatto che si percorrono luoghi "storici".

Un ringraziamento a mio fratello che ha ideato il giro e a Renato che lo ha rifinito.