Passo Zebrù extra large
_ giro effettuato il 18 luglio 2025_
Giro ad anello da Bormio, che tocca tutti i rifugi della Val Cedec e della Val Zebrù (tranne il rifugio Casati, fuori anello e comunque chiuso per ristrutturazione in questo periodo), e valica il Passo Zebrù a 3.005 metri. Itinerario splendido ma impegnativo, con 1 ora di bici a spalla, almeno 45 minuti totali con bici a spinta, e 1 passaggio con catene in discesa.
Partendo da Bormio (1.200 metri), al ponte sul fiume Adda si imbocca la facile ciclabile che arriva fino a San Antonio, seguendo il corso del fiume Frodolfo. A San Antonio purtroppo la ciclabile termina e si prosegue su strada statale fino a Santa Caterina (1.750 metri). Qui si prende la Via Forni (asfaltata, accesso a pedaggio per le auto) che porta fino ai 2.220 metri del Rifugio Ghiacciaio ai Forni.
Dal Rifugio Forni si prende il sentiero che porta al Rifugio Branca (2.450 metri), largo, ma a tratti sconnesso e con alcune rampe importanti. Comunque praticamente tutto pedalabile con una bici se si è ben allenati. L'alternativa (non provata) è la jeeppabile parallela al sentiero, che passa più in alto (a vista però anche questa presenta comunque rampe impegnative). Salendo, splendido panorama con il torrente Frodolfo, il ghiacciaio dei Forni e in fondo la Punta San Matteo a 3.678 metri.
Dal rifugio Branca si ridiscende 50 metri e nei pressi del laghetto si imbocca il Sentiero Glaciologico Alto (attenzione a non sbagliare al trivio, è il sentiero centrale) che, dopo un tratto un po' pedalabile e un po' no, e un passaggio di 50 metri con bici a spalla, arriva ai 2.500 metri dei ponti tibetani.
Dal primo ponte tibetano si può pedalare a sinistra risalendo la morena per un 100 metri di dislivello, arrivando proprio alla base del Ghiacciaio dei Forni (2.620 metri, bel paesaggio, merita, ma triste se confrontato con i ricordi di com'era il ghiacciaio 40 anni fa, e dove arrivava rispetto ad oggi).
Da qui si ritorna sui propri passi, si riguadagna il primo ponte tibetano e quindi a seguire anche il secondo. Qui altro breve tratto a spinta. Quindi inizia la discesa: primo tratto di 6-7 minuti non ciclabile (gradoni grandi di rocce fisse e levigate dal ghiacciaio ritirato), poi poco dopo si incontra il bivio tra Sentiero Glaciologico Alto e Basso: il Basso (a destra al bivio) è tutto ciclabile (anche troppo! È stato spianato recentemente per renderlo più accessibile, ma a chi?) e fa guadagnare rapidamente il fondo valle e quindi nuovamente il Rifugio Forni.
Sosta d'obbligo per rifocillarsi (ma senza esagerare che c'è ancora tanta salita davanti), quindi si prende la jeeppabile per il Rifugio Pizzini: subito 2 tornanti tagliagambe, poi tutto più tranquillo. Ogni tanto passa qualche jeep con nel carrello le bici di chi non vuole pedalare quel tratto (questi ambienti alpini andrebbero sudati fino in fondo - parere personale). Splendidi scorci dall'alto sulla valle dei Forni appena percorsa.
Dal Rif. Pizzini (2.700 metri), bella vista verso il Rifugio Casati, il Gran Zebrù e il Cevedale, si imbocca (10 metri sotto il rifugio) il sentiero che porta al Passo Zebrù: 300 metri di bici a spinta con qualche decina di metri pedalati ogni tanto. Al passo (3.005 metri) spettacolare panorama ovunque si guardi!
Da qui si scende per 300 metri, alternando tratti ciclabili, tratti impegnativi ma fattibili in sella, un tratto con catene, un paio di nevai, qualche breve tratto esposto. Ben poco flow ma molto vario e appagante.
Ai 2.700 metri al bivio si prende a destra, risalendo e poi scendendo per un tratto fino ai 2.550 metri, poi ci aspetta 1 ora di bici a spalla verso il rifugio V° Alpini (inizialmente un paio di passaggi impegnativi, poi nel secondo tratto un bel traverso su ghiaione).
Fino ai 2.750 metri, ad incrociare la jeeppabile che sale al rifugio. Gli ultimi 100 metri purtroppo si rivelano ugualmente non pedalabili: la jeeppabile è uno sfasciume di ghiaia e sassi con pendenze assai impegnative, si fa fatica e si scivola pure a spingere su la bici a mano! Stringendo i denti si raggiungono i 2.850 metri del Rifugio V° Alpini. E con un piccolo ultimo sforzo vale la pena salire altri 50 metri oltre il rifugio per godere del bellissimo panorama sul Ghiacciaio Zebrù, nonché sul sentiero appena percorso.
Dal Rifugio V° Alpini, discesa ai 2.150 metri della Baita del Pastore: i primi 200 - 250 metri di jeeppabile sono ugualmente ben difficili da fare in sella anche in discesa (sempre causa ghiaia, sfasciume e pendenze), poi diventa bello e divertente fino alla Baita. Da qui si prosegue in discesa su veloce e divertente jeeppabile, passando dal Rifugio Campo e quindi alla volta di Niblogo (attenzione, nella foga della discesa al bivio a quota 1.650 metri non tenere la sinistra per Pradaccio ma prendere a destra).
A Niblogo (1.600 metri) ritorno alla civiltà e all'asfalto, ma solo fino al 1° tornante in discesa: qui si può andare dritti prendendo la via Canareglia, in sali-scendi, per poi abbandonarla seguendo le indicazioni di trail locali che passano nei boschi, trail puliti e molto flow (difficoltà media S1, il giusto per divertirsi al termine di un giro così faticoso), e che infine portano a scendere proprio in centro Bormio.
Scala difficoltà sentieri MTB





