Monte Bertrand - Cima Marguareis
L' Alta Val Tanaro nota per lo più per la inflazionata Via del Sale (più gravel che mtb) offre in realtà una moltitudine di itinerari di ogni tipo in ambienti alpini di tutto rispetto con vista mare, Corsica e fioriture pazzesche nei mesi di giugno/luglio, urge quindi colmare questo vuoto! Questo itinerario abbina la salita al Monte Bertand quasi totalmente ciclabile (ma intensa) alla Cima Marguareis in versione cicloalpinistica e una discesa che reputo forse la più bella di tutta la Valle Tanaro.
Partenza da Viozene su asfalto, si procede per Upega attraversando le splendide ed impressionanti gole delle Fascette. Passata Upega scaldiamo i motori sulla salita del Colle delle Salse e poco prima di giungere al colle si abbandona l'asfalto per la sterrata che sale con rampe di tutto rispetto lo splendido bosco delle Navette sino alla sterrata Monesi - Limone
Dalla casetta del pedaggio (per veicoli a motore) si percorre la sterrata per poche centinaia di metri sino a un belvedere con panchina e faccia a monte si seguono i segni bianchi e blu lungo la dorsale di salita.
Primo tratto a spinta (c'e' chi la pedala) poi, se dotati di buona volontà e allenamento, si salta in sella per sfidare la gravità agevolati da un grip super grazie ad una roccia rossa a scaglie spettacolare.
Giunti sul sentiero alto (Via Marenca) non resta che seguirlo sulla destra giungendo in breve a suggestivo Colle Rossa, continuando si attraversano i pendii sotto la vetta del Bertrand pedalando sino a che alcuni tornanti più ripidi non costringono a spingere per pochi minuti, poi appena spiana si riprende a pedalare per giungere in cresta e raggiungere in breve la croce di vetta del Bertrand a 2482 metri in sella.
Ora si scende a tutta ritornando sulla via Marenca e proseguendo verso nord il sentiero è molto veloce e porta dopo una breve risalita al Colle delle Selle Vecchie, occhio ai cani pastore spesso presenti. Dal colle si può seguire la sterrata per Limone ma consiglio vivamente di rimanere sulla Via Marenca che non aggiunge dislivello rispetto alla strada ma ha minor sviluppo (= più ripida) tagliando le ripidissime pendici del Monte Pertegà con percorso spettacolare su roccia fissa, mai troppo esposto perchè piuttosto largo.
Svalicato sull'altro versante si è in vista del Don Barbera che si raggiunge scendendo su breve ma bel sentiero e poi sulla sterrata o facendo dei tagli su prato che inevitabilmente si percorrono a cannone stimolati dalla birra (occhio ai buchi). Ora a pancia piena si può allegramente partire per la Cima del Marguareis con bici a spalla, da dietro il rifugio si seguono per la massima pendenza i segni bianchi e rossi che si districano tra le bellissime doline calcaree che rendono famosa tutta la zona per le moltitudine di grotte, sifoni, ecc. Attenzione a non finirci dentro.
Giunti al Passo Gaina avete due opzioni:
1) sentiero di destra più facile e un poco più lungo che percorrerete in discesa.
2) sentiero diretto in cresta ben segnato (evitare con nebbia e brutto tempo), estetico, con brevi passaggi da usare le mani per bilanciarsi (nulla di verticale o particolarmente esposto) ma da affrontare con cautela e bici ben messa sullo zaino.
Arrivati in vetta alla Cima Marguareis (2651 metri) la vista spazia dalla Corsica al Monviso, Monte Rosa e tutta la pianura piemontese. Ora ci aspetta un'interminabile e spettacolare discesa che iniziamo scendendo sulla sinistra (guardando il mare) su brecciolino ad eccezione del primo tornante su roccia fissa molto tecnico e un po' esposto...occhio!
La discesa continua sempre abbastanza flow ma su smosso, al bivio per il Colle dei Torinesi noi scendiamo sulla destra sino a giungere sotto al Passo Gaina e senza risalire tagliamo i pendii in discesa andando ad intercettare la traccia di sentiero che scende il vallone sottostante.
Qui il sentiero non è molto evidente ma è divertente perchè si sviluppa su prati e roccia perlopiù fissa in ambiente da favola. Arrivati su una dorsale che forma un colletto si intravede sul fondo il nostro sentiero, noi però seguiamo la traccia in orizzontale sulla destra che attraversa il vallone parallelo.
Il sentiero quì è più evidente ma è stretto con frequenti passaggi tecnici stretti tra rocce, molto divertente ma occhio al cambio. Una breve sezione di tornantini da nosepress e poi ci ritroviamo sul sentiero che scende dal Don Barbera a Carnino (forse il trail più bello della Val Tanaro). Svoltiamo decisamente verso valle, ora il sentiero è molto più fluido perchè ritoccato quà e là per le mtb regalando un bel tratto flow super divertente sino alla Gola delle Chiusette. Non fatevi illusioni è solo il riscaldamento, dalla gola un breve passaggio a piedi ed inizia la vera discesa. Spettacolare ed ingaggiante sia tecnicamente che fisicamente, molto varia alterna brevissimi tratti veloci su roccia a passaggi stretti e tecnici con qualche tornante da nosepress e gradoni di tutto rispetto.
Il sentiero è sempre piuttosto stretto ed in alcuni punti anche se non sembra è esposto, quindi non fatevi prendere troppo dalla velocità, anche perchè puntualmente arriva il passaggio tosto. Giunti al paesino di Carnino Superiore con il sorriso stampato e braccia a pezzi lo si attraversa e dopo due tornanti su asfalto si imbocca un sentiero in orizzontale che porta a Carnino Inferiore. Qui si potrebbe chiudere il giro già con gran soddisfazione, ma con non troppo fatica (250 metri di dislivello) ma gran forza di volontà, ci possiamo ancora godere un sentiero di tutto rispetto che ne vale la pena.
Dal parcheggio del paese si segue la strada in piano tra le case e si percorre l'ultima salita su sterrata, breve ma a tratti ripida sino a Tetti delle Donzelle da cui imbocchiamo il sentiero per la Risorgenza delle Vene, ancora un breve tratto in salita sino ad una panca su prato perfetta per riprendersi prima dell'ultimo tratto. Ora il sentiero è sempre pulito e piuttosto largo, tendenzialmente flow molto divertente, ma anche qui occhio a qualche punto esposto, poi dopo una strappo in salita si scende su una breve sezione tecnica di tornanti a gradoni e si riprende la discesa interrotta solo da un guado brevissimo con catena di sicurezza. Tralasciando il sentiero che sale al Rifugio Mongioie si prosegue in velocità ma con passaggi su roccia fissa a tratti non banali che richiedono sempre attenzione e guida attiva super divertente sino all'ultimo metro. Arrivati su carrareccia non è ancora finita, seguiamo la strada in discesa e al primo tornante tiriamo dritti sul sentiero iper flow che porta a Viozene.
Difficoltà discesa: S3/S4
Scala difficoltà sentieri MTB





