Malcantone, nuovo trail Monte Lema, Monte Mondini

Itinerario epico con tantissimi sentieri nel Malcantone, a cavallo fra Svizzera ed Italia. La partenza è a Breganzona, ma potete iniziare senza problemi a Bioggio evitandovi i 150 metri di salita finali. Io l'ho fatta con una Canyon Lux Trail con 120/110 mm di escursione, visto che il dislivello è tanto e le discese piuttosto facili tranne una.

La prima salita è quella dei Ronchi che ci porta a Cademario. Inizialmente sterrata, dopo un ponticello diventa asfaltata e si inerpica piuttosto ripida fra i vigneti con vista sul lago di Lugano e sull'aeroporto di Agno.

Arriviamo a Cademario, proseguiamo fino in cima alla strada asfaltata e prendiamo a sinistra un sentiero/strada forestale che dopo un centinaio di metri di dislivello ci porta alla prima discesa su trail. Fondo boschivo, qualche tornante stretto ma fattibile, qualche tratto con sassi smossi e siamo sopra Iseo, dove prendiamo l'asfalto e lo seguiamo fino ad Aranno con qualche su e giù. Entriamo nel ridente paesino di Aranno su selciato, molto carino.

Nel dedalo di vicoli prendiamo un sentiero, quello più difficile del giro, che ci porterà fino in fondo alla valle che divide Aranno da Novaggio. Ci sono alcuni tornanti con dei gradoni che, se bagnati, non sono facili. Il resto è fattibile con una buona tecnica e buona scelta delle linee. Arriviamo così al fiume e lo passiamo su un ponticello. Questo è un gran posto per fare il bagno quando c'è la canicola.

Proseguiamo sul versante opposto, ma dopo un centinaio di metri ci troveremo a spingere la bici per 5 minuti su per un sentiero sassoso e ripido. Succesivamente un po' a spinta e un po' pedalando arriviamo sotto l'abitato di Novaggio. Qui inizia un tratto asfaltato che ci porterà fino ad Astano, dove imbocchiamo un bel sentiero che ci farà passare la frontiera con l'Italia. Ci sono i resti di una casa di confine. La parte finale del trail è in discesa su una via crucis con dei piccoli gradini che faranno gridare pietà alla vostra bici e alla vostra schiena. Arrivati su una stradina asfaltata, la seguiamo a destra, non prima di aver riempito la borraccia ad una fontana esattamente di fronte al sentiero e di aver guardato con incredulità il segno per le MTB su per quella via crucis.

Seguiamo la stradina che poi si trasforma in sentiero e ci butta fuori su un'altra strada che seguiamo a destra e abbandoniamo subito dopo per iniziare la lunga salita al Monte Lema (1100 metri di dislivello). Gran parte della salita è comoda, su asfalto e senza traffico, fino ad arrivare al Rifugio Campiglio dove ci si può rifocillare su una spettacolare terrazza con vista sul lago Maggiore.

Da qui iniziano le vere fatiche. Dapprima una sterrata innoqua ci porta ulteriormente in quota, dopo ci troviamo su un sentiero inizialmente pedalabile ma con tratti scassati e ripidi che obbligheranno a spingere ed infine sul pendio sommitale del Monte Lema che richiede 15/20 minuti di spinta e sudate.

Arriviamo così ad un sentiero pianeggiante, completamente pedalabile, che ci porta fino al ristorante Monte Lema e all'omonima funivia. Questa trasporta le bici, quindi se volete risparmiarvi tanta fatica, prendetela. Vi perdete però i tanti sentieri che abbiamo fatto per arrivare fino a qui.

Passiamo attraverso la stazione a monte della funivia e seguiamo il sentiero appena ripristinato per andare a provare il nuovo trail del Monte Lema, costruito apposta per le bici. Inizialmente è un traverso spettacolare, poi ci troviamo sul crinale e arrivano una serie di curve strette e senza sponde che fanno abbassare drasticamente la velocità. Vi fermerete comunque perchè il panorama è spaziale.

Più sotto c'è un tratto con delle paraboliche in cui far correre la bici, purtroppo dura molto poco.

Arrivati ad una carrereccia la attraversiamo e seguiamo quello che è un sentiero per bici pieno di traversine prima delle curve strette che invitano a tagliare. Non ne capisco il senso, ma tant'è che già oggi (il trail è nuovo) era pieno di tagli. Arriviamo così ad un valico con tanto di fontana e seguiamo i cartelli 66 per ritornare ad Astano. Purtroppo la discesa è su una sorta di sterrata noiosa. Ad Astano ripercorriamo all'indietro l'asfalto, con un taglio su un trail, per poi dirigerci verso il Monte Mondini, l'ultimo highlight di giornata. In salita un trail quasi interamente pedalabile ci porta all'imbocco di un trail costruito per le MTB.

In mezzo alla discesa c'è una risalita che richiederà i nostri ultimi sforzi, prima di goderci la discesa verso il lago con tante curve spondate. Arriviamo a Pura, la attraversiamo e scendiamo su un sentiero con un passaggino tecnico per arrivare a Magliaso. Da lì seguiamo la ciclabile fino ad Agno e risaliamo a Breganzona.