Giro dell'Ortles estremo
Giro estremo ed epico. Solo per veri ravanatori a cui piace soffrire. Prima di organizzare il giro mi sono studiato tutte le possibili varianti della zona in modo da poter aggiustare il tiro. Ma questa volta purtroppo non abbiamo valutato bene la variabile neve che ha complicato all'inverosimile il passaggio sul ghiacciaio del primo giorno verso il rifugio Casati. Decidiamo di fare il giro con la emtb ma forse non è stata la scelta più azzeccata mentre la più saggia sarebbe stata quella di fare dietrofront davanti al ghiacciaio. Ma alla fine che avventura sarebbe stata se fosse andato tutto alla perfezione?
GIORNO 1 Solda - ghiacciaio del Cevedale
Start da Solda con l'intenzione di risalire l'ultimo giorno in autobus da Prato allo Stelvio. Direzione Passo del Madriccio, la salita si fa pedalare ma è molto impegnativa (cabinovia per chi vuole risparmiare 500 metri), dopo altre rampe rese ancora più impegnative dalla neve, con il Gran Zebrù e la cima Ortles che ci osservano, arriviamo finalmente al passo del Madriccio (3120 metri), vista spettacolare!
Scendiamo i primi metri su neve e poi dopo vari passaggi S3 la discesa bellissima diventa S2 bella scorrevole. Arrivati al rifugio Nino Corsi, ci prepariamo per risalire verso il Casati, la salita è molto impegnativa e fino al muro prima del passo del lago Gelato anche con emtb non è sempre pedalabile. Arrivati poco prima del ghiacciaio ci si presenta davanti un muro di circa 150 metri su sentiero verticale con tratti innevati. Lo spallaggio della emtb con zaino carico è impossibile, ci aiutiamo con un cordino: uno spinge e l'altro tira, con molta fatica arriviamo al passo. Siamo a quota 3050 e il rifugio Casati è li che ci guarda da 200 metri più in alto ma ci aspetta ancora il ghiacciaio da attraversare. Il buon senso ci dice di tornare indietro, ma vediamo una traccia battuta, la voglia di raggiungere l'obiettivo è tanta, decidiamo di proseguire, mettiamo i ramponi e avanziamo.
Ha nevicato una settima prima (forse più di quello che ci avevano detto al telefono) e nonostante il caldo dei giorni precedenti la neve é ancora alta.
Seguiamo una traccia sulla neve già battuta che però, invece di seguire la via più veloce in mezzo al ghiacciaio, passa più a nord.
Quindi per evitare le possibili crepacci che erano coperti dalla neve in mezzo al ghiacciaio la traccia passa sotto al costone sotto alla cima di Solda. Da una traccia rettilina divena un continuo su e giù nella neve extra (scaricata dal costone), e vari passaggi su roccia.
I 200m di dislivello sono diventati 400 (o forse di più); i 40kg di bici a spalla e zaino fanno sprofondare i ramponi di molti centimetri nella neve. Anche qui il cordino ha aiutato nei passaggi su roccia dove le energie iniziano a mancare. In certi tratti avanzavo letteralmente buttando la bici avanti di un metro alla volta nella neve. Le gambe si muvevano per inerzia ma ogni passo era un calvario. Non nego di aver pensato almeno due volte di lasciar la bici e tornare a prenderla il giorno dopo. Credo di aver tirato fuori delle energie che non pensavo di avere. Insomma dopo 4-5h di ravanaggio baciamo finalmente il pavimento del Casati. Distrutti dalla giornata ci fermiamo per la notte, lasciandoci alle spalle l'avventura.
GIORNO 2 Passo dello Zebrù - Passo dello Stelvio
Scendiamo su una bella discesa verso il rifugio Pizzini portando la bici per 100 metri per via della neve e del ghiaccio. Da qui la saliamo al passo di Zebrù quasi tutto pedalabile con emtb. Dal passo Zebrù (3000 metri) la discesa è spettacolare, a tratti tecnica S3/S4 ma in gran parte scorrevole S2. Dal bivio del rifugio Quinto Alpini diventa più banale; ma in un tratto dove è franato il sentiero ci obbliga a un passaggio poco simpatico, verso il finale la discesa torna interessante S3. Dalla Baita del Pastore il sentiero diventa una carrale dove all'inizio con un po' di fantasia ci si può sbizzarire nei campi ma poi diventa obbligata e bella solo paesaggisticamente.
Dopo 10 km in leggera discesa e comunque in un ambiente bellissimo arriviamo finalmente a qualche sentierino che con difficolta spesso pari allo zero dopo altri 8 Km ci fa sbucare ai Bagni Vecchi sulla strada che sale allo Stelvio (nascondiamo i ramponi che riprenderemo al ritorno). Qui il programma era di raggiungere il passo dello Stelvio, salendo alla punta di Rims da un sentiero che arriva sopra ai laghi di Cancano per poi scendere da un sentiero (che dovrebbe essere bello) fino al passo Umbrail oppure risalire dall'asfalto.
Troppo stremati dall'avventura del giorno precedente decidiamo di raggiungere il passo dello Stelvio su asfalto, fortuna vuole che quel giorno si svolgeva lo "Stelvio day" una giornata completamente chiusa al traffico. Con calma e pazienza risaliamo al passo mentre centinaia di bici che sfrecciavano nel senso opposto senza lo stress del traffico, spettacolare!
Al passo imbocchiamo il famoso Tibet trail, e qui devo dire di essere rimasto deluso, è praticamente una traccia senza difficoltà particolari ricavata nello sfasciume delle rocce ma che a parte qualche tornante non presenta molte tecnicità. Inizia a mancarmi lo scassato bergamasco! infatti prima della fine del trail decidiamo di risalire al passo per la notte.
GIORNO 3 Goldsee BimBam
Il programma era di seguire il Goldsee trail fino a Prato allo Stelvio. Accendo la bici e la trovo scarica, non avessi avuto alle spalle le avventure del giorno prima l'avrei pedalata tutta ma visto che le energie erano ormai poche decidiamo di ridurre il giro e vedere in corso d'opera.
Saliamo al rifugio Garibaldi e iniziamo il famoso trail. Anche qui breve delusione, la traccia prosegue in un ambiente sicuramente spettacolare ma, in una mezzacosta con nulla di particolare, abbastanza stretta e esposta. Arriviamo alla deviazione del 'Bim Bam trail' e ci buttiamo a capofitto, finalmente le sospensioni iniziano a lavorare come si deve e risale il sorriso, sale anche l'adrenalina e scivola l'anteriore con risultato leva del freno spezzata e pollice incrinato. Riprendiamo fiato, e riattacco la leva che manco MacGyver (alla fine ha tenuto tutto il giorno). Scendiamo fino a Trafoi dove con la seggiovia torniamo alla Forcola, il Goldsee trail proseguirebbe fino a Prato allo Stelvio con altri 400 metri di dislivello positivo. Abbiamo 6000 metri nelle gambe, un ghiacciaio, mano dolorante, e io zero batteria. Decidiamo di non proseguire sulla traccia e quindi di scendere direttamente. Dalla seggiovia addocchiamo un sentiero interessante, ma su Orux ne vediamo uno che arriva più in basso categoria S4 con zero recensioni online. Decidiamo di scoprire com'è.
Prendiamo quello è il sentiero 12, pulito ma troppo impegnativo per le nostre energie, tutto a tornantini supertecnici e un passaggio con catena dove ci si deve passare la bici in mano, Fabio riesce a chiudere qualche passaggio, io non mi fido della mano e scendo quasi tutto il sentiero con la bici a spinta. Al bivio del sentiero 12A deviamo a sinistra e diventa più fattibile. Arriviamo finalmente a valle, io non ne ho più, vado in modalità abbiocco mentre Fabio risale a prendere la macchina a Solda.
Stile traccia: AM/Ciclo Alpinismo
Voto personale: Panorami 10/10; Discese 10/10 quelle belle (vedi descrizione)
MTB: si
EMTB: no
Durata 3gg
A spinta/portage: si molto
Difficoltà salita: vedi sopra
Difficoltà discesa: vedi sopra
Esposto: qualche tratto
Scala difficoltà sentieri MTB