Pietra Grande sentiero Vidi
Questa è una di quelle gite che anche se non ripeti per certo non la scordi. Fondamentale qualche basilare nozione di alpinismo, assenza di vertigini e padronanza del mezzo anche quando la difficoltà oggettiva che non è elevata ma il percorso è ospitato in un contesto che esaspera qualsiasi aspetto di serenità o di ansia. Utile, da usare alla bisogna l'imbracatura e i ceppi da inserire nell'impianto frenante quando si smontano le ruote.
Si parte dal parcheggio della Grostè Express fra Madonna di Campiglio e il passo Carlo Magno e si percorre la strada che va verso i rifugi Graffer e Stoppani, dopo qualche rampa impegnativa 800 metri di dislivello e 2 ore circa siamo al Rifugio Stoppani al Grostè. Altre volte questa è la fine della salita e ci si prepara per la meritata discesa ma questa volta è solo una tappa intermedia, la più agevole.
Nel punto più elevato dove si scollina per la val di Flavona piegando decisamente a sinistra si inerpica scorbutico l'attacco al sentiero ATTREZZATO Natale Vidi, l'inizio della nostra avventura, la parte succosa della gita. Potrei terminare qui la descrizione dell'itinerario perché da questo momento non si può e non si deve distogliere il passo dal tracciato. Il percorso è impegnativo causa il peso ma sopra tutto l'ingombro della bici in spalla, in uno specifico passaggio la bici va traslata separata dalle ruote, quelle successivamente.
Si percorrono così 250 metri di dislivello di sublime bellezza paesaggistica che miscelati con l'adrenalina che monta in certi passaggi rendono questa salita di enorme soddisfazione.
A 2640 metri il punto di svolta, inizia ora una cengia in falsopiano larga 50cm facile facile quando la percorrevo a piedi ma in bici le cose cambiano e non di poco per me. Non ho mai profuso tanta attenzione su di un percorso cosi facile ma che al bordo ti presenta il baratro. Poi la spettacolare cengia finisce, ci si arrampica su tre comode scale e se ne discende una poi ancora giù per uno stretto camino e la bici sulle spalle fortunatamente rimane all'esterno.
Arriviamo alla mitica panca dedicata alla guida alpina Natale Vidi che in quell'ambiente è più confortevole e accogliente di un hotel a 5 stelle, posizionata al riparo sotto un tetto di Dolomia rosso, di nuovo estasi. Ancora uno scorbutico traverso poco protetto poi rimontiamo le ruote e ricominciamo a ciclare su comodo facile sentiero fino alla confluenza del tracciato che proviene dalla Vagliana/Orti della Regina e ancora giù fino ad aggirare lo sperone roccioso che si lascia ciclare con impegno salvo brevi tratti dove devo accompagnare la bici.
Passiamo ora l'acquedotto del Rifugio Graffer che con divertente traverso ci riporta nella civiltà. Prima di giungere al Graffer noi pieghiamo decisamente a destra verso malga Vagliana e Vaglianella e con l'ondulato sentiero affrontiamo il traverso fino al Dos del Sparavèr a 2140 metri. Adesso la discesa è vera verso le due malghe. Dopo Malga Vaglianella si segue la sterrata per 150 metri e a destra sotto la strada un divertentissimo sentiero da fare a tutta ci riporta a passo Carlo Magno e all'auto.
Che dire, non è da considerarsi solo come gita in bici, c'è molto di più, un ciclista puro sicuramente non cerca questo e lo invito vivamente a non considerare questa gita.
A me è piaciuta tanto tanto, l'ho progettata da tempo e ho percorso prima a piedi l'itinerario per tastarne la fattibilità con bici al seguito, sono contento di averla percorsa, ne ho anche tratto che per le mie abilità e le mie forze l'asticella che indica il limite non può che essere ribassata.
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