Tre Cime di Lavaredo e Pian di Cengia

Premessa: è un tour molto noto ma che ancora non è stato salvato tra gli itinerari nuovi di Training Camp, mi prendo l'onere (e l'onore) di aggiungerlo.

NOTA BENISSIMO: gran parte del tour si percorre su sentieri VIETATI ALLE BICI, quindi:

• Se volete avventurarvi in questo tour, fatelo in BASSA STAGIONE: la quantità di turisti, escursionisti, alpinisti, cani, merenderos in infradito e via dicendo è (a mio parere) generalmente spropositata su tutti i sentieri immediatamente intorno alle 3 Cime (esiste infatti un bellissimo anello da fare a piedi); andando in bassa stagione tuttavia c'è la possibilità di trovare meno gente, quindi meno "fastidi" generali per noi su due ruote ma soprattutto un po' più tolleranza;
• dal rifugio Auronzo, un cartello vieta espressamente alle bici di proseguire; il cartello lo abbiamo trovato ruotato (metà ottobre), quindi non ben visibile: è possibile che il divieto sia in vigore solo in alta stagione (DA VERIFICARE);
• Lo scollinamento in terra Alto-Atesina (forc. Pian di Cengia) corrisponde all'ingresso nel Parco Naturale delle 3 Cime, e così fino alla fine della Val di Rienza. Essendo appunto un Parco Naturale, il divieto di transito vale 365giorni all'anno.

Partenza da località Valbona di Auronzo, si prende la ciclabile che con rampe e fondo a tratti ghiaioso ci porta allo scollinamento sul lago di Misurina (1750 metri). Si procede sull'ameno sentiero che costeggia la destra del lago per poi intraprendere la salita verso il lago di Antorno, anche questo aggirandolo sul sentiero sulla destra. Proseguendo su sentiero si sbuca all'altezza del casello della strada asfaltata che conduce alle 3 Cime- rifugio Auronzo, ma la prima parte la si evita scendendo sulla sinistra su forestale verso malga Rimbianco, per poi re-immettersi sulla strada principale poco più avanti.

La salita asfaltata è l'unica via pedalabile ed in 4km a pendenza tra 10-14% porta a raggiungere i 2325 metri del rifugio Auronzo, con eccezionale vista sul versante sud delle 3 Cime di Lavaredo e sullo stretto Valon di Lavaredo (il sentiero che si vede lì sotto è una goduria!). Si prosegue sul facile traverso in direzione rifugio Lavaredo e poi sulle erte rampe che portano alla forcella Lavaredo (2550 metri) per godersi una vista eccezionale sul versante est delle 3 Cime. Si volta la bici per tornare al rifugio Lavaredo, deviare a sinistra (est) e imboccare il sentiero104: se fino ad ora avete fatto fatica a destreggiarvi tra la marea umana, da qui in poi vi sentirete desolatamente soli. Poco oltre comincia una discesa su ghiaia dolomitica, con tratti a pendenza accentuata: pedalabile tutta ma FARE ATTENZIONE!

Una breve risalita porta al lago di Cengia (2322 metri), da dove si può già vedere il successivo tratto di salita a tornanti in direzione Forcella Pian di Cengia (2600 metri), che si raggiunge con non poca fatica e brevi tratti a spinta (pendenze talvolta eccessive su fondo smosso). Dalla forcella una breve deviazione conduce al rifugio Pian di Cengia (2528 metri), aperto in stagione. Tornati alla forcella, comincia la discesa nel Parco delle 3 Cime su simil-ghiaione (come prima, più di prima, fare ATTENZIONE!) che alterna tratti in sella a tratti con rocce e stetti tornanti non sempre pedalabili. Si arriva quindi all'inizio del lungo e stretto traverso ai piedi del gruppo del Paterno, con in vista la prossima meta (rifugio Locatelli). Facile il traverso, più tecnico il tratto finale, a spinta l'ultima salita fino al Locatelli (2405 metri). Dal rifugio spettacolare vista sul versante nord delle 3 Cime (il più famoso).

È tempo di scendere definitivamente da questa meraviglia, puntando prima verso sud in direzione 3 Cime su sentiero discretamente tecnico roccioso/ghiaia, fino al bivio dove si imbocca a destra il sentiero 102: necessaria una certa dose di tecnica per affrontarlo senza troppi rischi e, soprattutto, divertendosi! Il sentiero rimane sempre in buona parte tecnico: inizialmente su ghiaia e rocce fisse, con alcuni passaggi da fare a piedi; poi entrati nel bosco, il fondo si fa a tratti più battuto con aggiunta di radici.

La parte bassa, visibile mentre si scende, sembra scorrevole ma non è priva di difficoltà (tratti a forte pendenza e fondo smosso). Dopo aver perso ormai centinaia di metri ed aver oltrepassato alcune colate detritiche, si arriva in fondo alla discesa in corrispondenza del Lago di Landro (1400 metri).

Si imbocca la ciclabile in direzione Carbonin, poi una volta in corrispondenza del passo Cimabanche (1440 metri) si svolta a sinistra sulla strada in direzione Misurina, che nel primo km è possibile affiancare sul sentierino a destra. La salita (un po' noiosa) termina a quota 1750 metri su un falsopiano che riporta al Lago di Misurina e da qui fino al punto di partenza sempre su sentiero lungolago e poi ciclabile.