Punta di Rims
Dimenticatevi il Piz Umbrail e la sua ora di bici a spalla. 90 metri più in basso (2946 metri) si trova la Punta di Rims e si raggiunge quasi completamente pedalando. Quel poco che bisogna fare giù di sella è un semplice tratto a spinta. Ma cominciamo dall'inizio.
Si parte da Livigno e si mette alla prova la propria gamba per gli sforzi di giornata con la ripida salita dall'Alpisella. Visto che dovrete partire presto, non troverete merenderos con l'ebike a noleggio e potrete quindi capire se le gambe girano per affrontare i 2500 metri di dislivello di giornata. Ci godiamo così la discesa verso i laghi di Cancano, passando di fianco alle sorgenti dell'Adda.
Costeggiamo entrambi i laghi fino a poco prima delle torri di Fraele, dove abbandomiamo i gitanti di giornata, passiamo sulla diga e ci inerpichiamo su per una valle dove non c'è nessuno. Consiglio caldamente di riempire le borracce in uno dei ruscelli alla vostra sinistra, perché non ce ne sarà fino sotto alla Forcola (ruscello anche lì). Niente paura, non vi viene la diarrea.
Quello che vi sembrerà impossibile è invece fattibile senza problemi: cambiare versante ed inerpicarsi su per una parete quasi verticale su una strada militare recentemente messa a posto nella sua parte bassa.
Più in su torna ad essere sentiero, ma non c'è niente che vi costringa a scendere di sella. Vi avviso però: sono 900 metri di dislivello su sentiero, forse la più bella salita delle Alpi e per ora una chicca che pochi fanno in questa direzione. Vi verranno infatti incontro i tedeschi che, partiti dal Passo Umbrail, la fanno in discesa, cosa piuttosto noiosa (panorami a parte) proprio perché si riesce a fare in salita.
Nella foto qui sopra in basso a destra vedete la strada che abbiamo fatto precedentemente. Pazzesco salire qui pedalando! Più su raggiungiamo l'Alpe Pedenolo, ed inizia il verde, lasciando i pendii scoscesi (per ora).
L'aria si fa sempre più fine, e si sente nei polmoni e nelle gambe. Raggiungiamo così la bocchetta di Forcola, da dove vediamo il passo dello Stelvio e il sentiero che dall'Umbrail arriva fin qui. Il filo spinato in foto era di una postazione militare della prima guerra mondiale, di cui la zona abbonda.
Ignoriamo e continuiamo a salire fino ad una vecchia caserma da dove vediamo gli ultimi fatidici metri che ci porteranno in vetta, un po' pedalando, e poi spingendo. Se state morendo di sete, a destra della caserma potete vedere una specie di fonte che riempiva le ormai demolite vasche dell'acqua. La traccia fa una deviazione per vedere le trincee, se volete la variante più facile e pedalabile, proseguite direttamente dietro la caserma.
Se siete già stati sul Piz Umbrail sapete quanta gente c'è lì in cima. Qui io oggi ero completamente da solo, con un panorama favoloso, riparato dal vento mentre mi mangiavo un panino di segale con il formaggio. Vicino alla vetta ci sono i resti di fortificazioni militari, ci avevano addirittura messo un cannone che raggiungeva Trafoi (Val Venosta). I cartelli raccontano la storia di questi posti durante la prima guerra mondiale. Quella macchia turchese è il lago di Rims, nostra meta da tenere ben presente visto che ci arriveremo senza sentiero o quasi.
Infatti scenderemo inizialmente in cresta sul sentiero che porta proprio al Piz Umbrail (infattibile con una bici) e poi ci butteremo dentro a sinistra su un traverso scosceso e in cui dovremo in parte camminare. Niente paura, siamo su un ghiaione, se scivoliamo non arriviamo in valle.
Finito il traverso è venuta l'ora di mollare la bici e di prendere la linea che più ci piace nel ghiaione. Unica accortezza: quando siete sui prati tenete la destra per congiungervi con il sentiero che arriva dal Piz Umbrail.
Una sosta al lago merita, è pieno di stelle alpine vicino alle sponde e se siete temerari potete anche farvi un bagno ignudi.
Dopodiché scendiamo verso la Val Mora su un sentiero inizialmente tecnico ed in parte esposto, una vera libidine. Saper fare il nosepress aiuta. Scendendo l'esposizione diminuisce ed entriamo in un bel bosco, dove incrociamo alla fine la sterrata della val Mora che prenderemo verso sinistra in salita. Sono circa 300 metri di dislivello per arrivare in cima a questa fresca fontana.
Da qui si fanno diversi chilomentri in lieve discesa. L'ambiente è fantastico, anche perché al pomeriggio non c'è in giro nessuno. Ad un certo punto si piglia a sinistra verso Cancano, prima su una carrereccia, poi su un bel sentiero a lato del fiume che ci riporta in Italia. Infatti dalla Punta Rims in poi eravamo in Svizzera. Cambiamo così lato dello spartiacque, da quello che porta le acque nel Danubio a quello che le porta nel Po, e arriviamo ai laghi di Cancano.
Non è mica finita: ci attende la ripida salita all'Alpe Trela e la seguente su sentiero al Passo Trela. Il lato positivo è che a quest'ora i merenderos con le ebike a noleggio sono già tornati a casa, così ci godiamo la filante discesa verso il lago di Livigno. Non dimenticate l'utimo strappetto che vi porta sopra il fiume.
Tornati a Livigno potete sfondarvi di birra e cibo, visto che avrete bruciato più calorie di quante ne potete ingurgitare in una sera. Ovviamente si può fare partendo ed arrivando ai laghi di Cancano. Proprio presso la prima diga ci sono tanti parcheggi. In questo modo togliete 1000 metri di dislivello al giro.
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