Monte Muffetto dalla Val Camonica e spettrale DH 725

La DH del sentiero 725, segnatevela bene ma fatela solo se convintamene cercate rogne (casualmente inizia dal dosso Rognone), se vi piacciono le cose sinistre, estreme, infinite. Se vi piacciono i boschi verticali, le scarpate. Vi calerete nel girone dell'inferno (del resto la valle che scorre di fianco si chiama proprio così) e prima di iniziare non scordate di mettervi il pannolone, ne avrete bisogno.

Non è una discesa tutta ciclabile, lo è in buona parte, sempre che possediate una gran bella tecnica, guida sicura ed un certo pelo. Adrenalina a diecimila e dolore ai polsi garantiti, come pure l'esposizione. Sono soddisfatto di aver chiuso tante sequenze al limite ma soprattutto di essere arrivato in fondo tutto intero.

Questo sentiero rappresenta la seconda parte della discesa ed è evitabile continuando dal Dosso Rognone a scendere per la mulattiera fino a Fucine, Montecchio.

Per il resto splendido giro cicloalpinistico (tratti con bici a spalla) con salita alla panoramica vetta del Muffetto, del Dosso Sparviero e del Dosso Blussega.

Partenza da Montecchio, frazione di Darfo Boario Terme, 220 metri (parcheggio presso la chiesa parrocchiale). Dopo una rapida visita al ponte vecchio e alla bella ansa del fiume Oglio ci si trasferisce ad Artogne, dove inizia la salita asfaltata meno frequentata che, passando da Acquebone, tra boschi di castagno e faggio, porta a Montecampione. Poco prima di giungere a questa località, a quota 1000, si taglia per una forestale che con due, tre rampe ripide porta sulla strada per il Plan (1736 metri).

Dopo un momento di commozione davanti alla statua del Pirata, aggirando l'ecomostro ci si dirige al rifugio Cimosco, 1805 metri. Brevissima discesa su traccia di sentiero per riprendere la salita alla Stanga del Bassinale, 1897 metri. Da qua un ripido, stretto sentiero porta (bici in spalla) sul crinale settentrionale del Monte Muffetto, lo si risale fino alla sommità, 2062 metri.

La discesa inizia ripercorrendo il crinale e proseguendo oltre il sentierino che riporta alla Stanga. Raggiunta, poco sotto, una selletta si svolta a sinistra raggiungendo la strada sterrata che in breve riporta a Stanga del Bassinale. Da qua svoltando a destra si raggiunge malga Paglia. Tramite sentiero si raggiunge il Dosso Sparviero (breve spallaggio/spinta), 1893 metri.

Un bel sentiero porta a malga Piazza la Nera, 1670 metri, un altro altrettanto bello porta a malga Cauzzo, 1620 metri. Da qua, bici in spalla risalendo la dorsale (scarse tracce di sentiero) si raggiunge il Dosso Blussega, 1811 metri (panorama).

Seguendo l'ampia, prativa dorsale settentrionale si raggiunge una selletta poco prima del Colmet dove ci si abbassa leggermente a sinistra (ovest) prendendo un sentiero che porta in breve a malga Perlepere. Per una mulattiera si raggiunge il Dosso Rognone, 1458 metri (panorama sull'alto lago d'Iseo). Proseguendo per la mulattiera si può raggiungere con poca adrenalina il fondovalle.

In corrispondenza della fontana, sulla destra inizia tra l'erba il famigerato sentiero 725. Entrati nel bosco ripidissimo, spettrale, si è varcata la soglia, lasciando ogni speranza [cit.]. Visto il contesto ed il (chiamiamolo) sentiero, viene voglia di tornare indietro, se non fosse che l'orgoglio e la curiosità impongono di continuare. Superato (a piedi) un traverso, il primo tratto del lato oscuro della discesa, si sale sui pedali. D'ora in poi sarà un susseguirsi di tratti "ciclabili" (tornantini, trialistici su sentiero ripido e stretto con frequenti passaggi tecnici che necessita di guida sicura e precisa), spesso al limite, alternati a brevi tratti da fare a piedi (vietato cadere e rotolare giù, nessuno ci ritroverebbe).

Raggiunto il sospeso, artificiale Bacino Resio, 1067 metri, viene da chiedersi (ancora di più) "e ora dove si scende?". Superato un breve tratto scomodissimo a piedi il gioco riprende. La fatica non è solo fisica ma sta anche nel reggere la tensione, la concentrazione è sempre massima. Il "gioco" termina a fondovalle presso la centrale idroelettrica di Resio.

Tramite la bella ciclopedonale dell'Oglio Sud si scarica la tensione accumulata e si ritorna al punto di partenza